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    Allenatori, è crisi. Professione ridotta a part time

    Vivere di sport non si può più. Era chiaro da tempo. Ma la crisi che sta attraverso la Sicilia nelle ultime stagioni ha confermato il suono di campane a morto anche per il lavoro di allenatore di pallacanestro professionista.

    Non si vive di sport, ma men che meno si può vivere di basket in Sicilia. Spesso anche in Italia ed è così che anche i migliori, rimasti disoccupati, guardino ai mercati esteri: la Cina prima tra tutti. Sta tramontando anche il mito della Spagna, dove però rimane un allenatore italiano, ormai trapiantato, ad aver raggiunto i risulti migliori con la Nazionale iberica.

    Gli stipendi per tutti gli allenatori qualificati si sono ridotti almeno di un terzo. In C Silver è un miracolo trovare un accordo per i mille euro al mese, è invece una prassi accontentarsi (se si è fortunati) di 700 euro o 500 euro. Aprendo una breve parentesi, è da sempre stata durissima la vita per gli istruttori minibasket, costretti a fare i conti con “paghe ad iscritto” o somme inferiore ai 7 euro l’ora.  Allenare in B o C Silver in alcuni casi non fa più alcuna differenza a livello economico. In A2 maschile ci si è accontentati anche di stipendi pari a 18-20mila euro l’anno. E’ entrata nella filosofia delle società l’idea di poter sostituire allenatori qualificati con “presta tessera”, un’opportunità che invece rimane utile nei casi in cui si voglia far crescere o rimettere in carreggiata delle scommesse della Cia regionale.

    Su tutto pesa inequivocabilmente una ragione di carattere economico, come ci spiega Riccardo Cantone, allenatore nazionale di lunghissimo corso ed esperienza sia nel settore maschile che nella femminile.

    Le difficoltà finanziarie di questi anni sono evidenti – ha dichiarato il coach -. Cosa è cambiato? Semplicemente le società stanno smettendo d’investiva sulla struttura tecnica. Con il risparmio che si ottiene dalla riduzione degli ingaggi di un allenatore s’inserisce magari un giocatore in più, ma si rinuncia all’esperienza, ai contatti, alla tecnica di un coach professionista. Se un operaio in Italia può guadagnare un stipendio dignitoso di mille, mille e duecento euro, perchè non può guadagnarlo un allenatore qualificato di pallacanestro? I nuovi mercati, come la Cina, sono sicuramente affascinanti – ha detto Cantone – ma ci vogliono le condizioni per poter pensare di riprogrammare in maniera così radicale la propria vita. Oggi non è più conveniente neppure trovare un ingaggio a Nord, dove gli stipendi corrispondono a quanto serve per pagare semplicemente un affitto. Rimango comunque fiducioso nel futuro. Dopo 30 anni sono disoccupato anche io e questo quasi mi disorienta, ma sono convinto che le società torneranno ad investire sul patrimonio in tecnica che un allenatore qualificato può garantire ai progetti importanti“.

    Per vecchi e nuovi allenatori in Sicilia è alle porte una nuova stagione. Tutti o quasi saranno impegnati part time in palestra, con l’obbligo d’impegnarsi con un altro lavoro per sbarcare il lunario, nonostante nel portafogli si conservi una tessera Cna Nazionale.

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