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    Arbitri vs Società? Il futuro è l’integrazione

    La regular season volge al termine e anche questa stagione verrà ricordata per la nascita di alcune incognite nel rapporto che in campo, specialmente nei campionati minori, si è instaurato tra arbitri e giocatori insieme agli allenatori.

    PER UN EXCURSUS SICILIANO

    Al termine della gara contro Aretusa Siracusa il Green Basket Palermo scelse il silenzio stampa esprimendo una presa di posizione chiara contro l’arbitraggio subito. Le fortissime proteste del Basket School Messina, contro la scelta arbitrale finale presa nel derby contro Spadafora, sono costate sanzioni salate. Strappa un sorriso, ma è rispettabile la squalifica inflitta al giocatore del Basket Grottacalda per i baci mandati in tribuna nella gara contro Giarre.

    Sembrerebbe l’arbitro stia una spanna sopra il resto del sistema, ed effettivamente gli strumenti perchè sia cosi ci sono.

    Mentre si punta il dito, contestualmente si parla poco degli episodi che quest’anno hanno visto “vittima” gli arbitri. Siamo riusciti a rintracciarne uno veramente importante in under 13 maschile, gli altri rientrano nella routine, in un copione fatto da una non indifferente mole d’insulti e comportamenti, che l’arbitro deve necessariamente mettere in conto. Nei campionati giovanili siciliani si sono manifestate le situazioni più gravi, spiacevoli, non sono stati risparmiati commenti duri neppure ai giovani fischietti accompagnati dai genitori in tribuna.

    COME PUÒ CAMBIARE IL RAPPORTO TRA ARBITRI E SOCIETÀ’?

    Lo abbiamo chiesto al presidente Fip Sicilia, Riccardo Caruso.

    Bisogna innanzi tutto partire dalla possibilità di lavorare assieme. E’ molto importante che nei Centri tecnici Federali giovani giocatori e giovani arbitri sudino insieme e che gli arbitri non si formino più solo con gli istruttori Cia. Gli arbitri non sono il male della pallacanestrochi palleggia, chi fischia, chi fa il dirigente, deve contribuire alla migliore riuscita della stesso gioco, che è semplicemente il basket! 

    Facciamo tutti parte dello stesso sistema – ha dichiarato il presidente Fip Sicilia – nessuno deve guardare l’altro dall’alto verso il basso.

    Oggi nel gruppo Cia molte cose sono cambiate. Gli istruttori sanno che la dote primaria che devono inculcare é il buonsenso, l’arbitro che si mette su un piedistallo lo fa sicuramente per timidezza, soprattutto se é di giovane. Il risultato a cui puntare é quello che vediamo al termine delle partite di Serie A, quando a fine gara, al momento delle strette di mano, si materializza il senso di un rapporto orizzontale che nasce dal rispetto dei singoli ruoli. E’ fondamentale – ha concluso Riccardo Caruso – che i gruppi sportivi e anche il pubblico, quest’ultimo molto spesso formato da genitori, facciano assolutamente fare la propria parte“.

    L’arrivo dei playoff e dei playout apre una nuova fase della stagione a cui gli arbitri, lo scopriremo più avanti, si prepareranno in maniera nuova.

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