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    C SILVER. Sport Club Gravina dalla crisi ai playoff, coach Marchesano racconta la stagione 2018-2019

    Lo Sport Club Gravina ha archiviato un’altra stagione eccellente. Quella 2018-2019 in C Silver è stata un’annata ricca di emozioni (anche dolorose) e di risultati ottenuti lavorando duramente. Di risultati iniziali che hanno messo in dubbio la permanenza in C e nell’anno in cui il sodalizio del presidente Natale De Fino festeggiava 30 anni di attività, salvo poi riscattare tutto con un finale in crescendo da grande squadra.

    Si è conclusa una stagione diversa da quella dello scorso anno – ha evidenziato Giuseppe Marchesano, allenatore dello Sport Club -. Abbiamo iniziato con una squadra completa, poi dalla seconda giornata abbiamo iniziato a perdere pezzi: a partire da Riccardo Duscio andato per via per l’università, Orazio Livera per problemi lavorativi e abbiamo salutato anche Federico Ferrara. Un situazione di equilibrio si era rotta e quando questo accade arriva una crisi. Non riuscivamo a capire come sistemare la difesa basata su Livera e come adattare le rotazioni con Giuliano La Mantia e Gianluca Barbera assenti spesso per lavoro. Perciò eravamo ad un bivio, abbiamo cominciato a perdere, lavoravamo ma facevamo fatica. Così – ha spiegato Marchesano – abbiamo scelto di puntare sulle caratteristiche individuali di ognuno. Lavorando ad esempio su Enzo Santonocito nei contatti (lui si è rivelato uno dei migliori) e sulla mentalità al tiro della squadra e su nuovi aspetti difensivi. Abbiamo quindi preso fiducia nel nuovo sistema offensivo, fatto di tiro, transizione e poi sulla difesa e il cuore di affrontare le difficoltà tutte insieme. Il primo progetto era far diventare i gattini dei leoni”.

    Gravina a rischio retrocessione nel 30° anno di attività.

    Eravamo penultimi al 30° anno di attività dello Sport Club Gravina perciò abbiamo lavorato per essere un gruppo ed ottenere più – ha continuato l’allenatore catanese -. Gravina è diventato un progetto di famiglia che ha ricevuto anche l’apporto dei più giovani: Giovanni Alì che ci ha dato la possibilità di sostituire Minardi, Riccardo La Mantia, Livio Attanasio, Antonio Renna e Saverio Privitera. Grazie a loro è stato possibile lavorare intensamente in allenamento. Poi l’arrivo di Roberto Saccà, praticamente subito fuori un mese per infortunio, ma il suo rientro ci dato una rotazione in più e punti in più che portavano fare comodo ad una squadra come noi che non superava gli 80 punti di media. In difesa siamo diventata la terza forza del campionato. Con la vittoria a Ragusa abbiamo ritrovato l’identità, tirato fuori il meglio di ognuno, in quel frangente è venuto fuori Simone Spina, Cristiano Ferrara che ci ha dato altre rotazioni e poi tutti gli altri, un Giuliano La Mantia determinante e su tutti Gianluca Barbera ha dimostrato di essere vero capitano di questo gruppo. Alberto Genovese ci ha dato una grande mano nei playoff“.

    Una dirigenza sempre a supporto. Poi Fabio e Giuseppe Lazzara. 

    A tutto questo si deve aggiungere una dirigenza e un presidente, Natale De Fino, che ti supportano sempre e che nel momento più difficile ha detto: “Proviamo a salvarci lo stesso” – ha raccontato Giuseppe Marchesano -. Penso che la differenza sia stato l’amore per noi stessi e la società, credere in un obiettivo che sembrava irraggiungibile, ma che alla fine ci siamo presi. Ammetto che non c’è l’avrei fatta senza Fabio (Lazzara ndr), abbiamo investito tutti noi stessi nel lavoro in palestra e questa scelta ci ha aiutato a superare il nostro lutto. Il campionato l’abbiamo dedicato alla persona che lo meritava di più.. e che ci ha fotografato tutti. A Giuseppe Lazzara!“.

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