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    Il derby Trapani – Agrigento, i numeri della Moncada

    La Moncada è da diversi anni ai vertici del girone Ovest di A2 e, pur congedando in larga parte lo storico gruppo di italiani, continua a “funzionare” come un orologio. Gran parte del merito va naturalmente a coach Franco Ciani che ha costruito un impianto tecnico davvero solido, coniugando gioco controllato e mirati lampi di transizione. La meticolosa applicazione difensiva è poi il marchio di fabbrica che garantisce la necessaria sicurezza quando la fluidità offensiva non è delle migliori. Le ultime convincenti vittorie di Evangelisti e soci garantiscono ad Agrigento una posizione privilegiata in classifica, al pari di Trapani, e rendono ancora più affascinante il prossimo derby contro i granata. Il roster è più profondo degli anni passati, ed in tal senso un plauso va alla società dei templi che ha ben pescato nelle “minors”. Il playmaker è Ruben Zugno (1996) che, in appena un anno, è passato da giovane di grande prospettiva a regista titolare, ovviamente a suon di prestazioni. Il talento è indubbio, e va a referto con 8.9 p.ti e 3.6 assist per gara, ciò nei quasi 25’ di utilizzo medio. Colpisce con efficacia da due (44%) e buca letteralmente la retina da oltre l’arco dei 6.75 con uno straordinario 63% da tre (pur su poche conclusioni di media). La guardia/ala è l’americano Pendarvis Williams (1991) che ritorna ad Agrigento dopo l’ottima stagione 2014/2015. È un esterno che può ricoprire tutti i ruoli sul perimetro e che assicura quel giusto approccio difensivo che gli richiede coach Ciani. I suoi numeri finora: 12.7 p.ti, 3 falli subiti, 4.8 rimbalzi e ben 3.4 assist a match. Interessanti anche le percentuali dal campo (56% da due, 36% da tre). Giocatore di sistema! Sul perimetro troviamo anche l’ex Marco Evangelisti (1984) che a Trapani ha lasciato ricordi indelebili. Protagonista anche delle fortune di Agrigento, la sua arma preferita rimane il micidiale tiro dalla distanza. Sta contribuendo alla causa con 13.1 p.ti, 3.9 falli subiti e 4.3 assist ad allacciata di scarpe. Conclude da tre con un eccellente 41%, mentre non è certo consigliabile spendere fallo su di lui nei momenti caldi del match, poiché dalla lunetta è pressoché infallibile. Tanto spazio per Lorenzo Ambrosin (1997) che è stato pescato in serie C (Jesolo), dopo un’ottima carriera nel settore giovanile della Reyer Venezia. Ha scalato le gerarchie di inizio stagione ed, oltre ad assicurare un buon apporto offensivo, garantisce una decisiva mano sia a rimbalzo che in difesa. Le sue cifre: 10.7 p.ti conditi da 2.9 rimbalzi per gara. Discrete le percentuali, sia da due (52%), sia dalla distanza (35% su oltre cinque tentativi di media). Sotto canestro troviamo Jalen Cannon (1993) che arriva dalla seconda serie israeliana e non ha patito alcun problema di ambientamento, facendosi trovare pronto sin da inizio stagione. I centimetri non sono tanti ma sopperisce con una disarmante forza fisica, garantendo al proprio staff tecnico una versatilità e duttilità che si rivelano davvero preziose nello scacchiere agrigentino. Mette a referto 12.9 p.ti (54% da due) e ben 9.4 rimbalzi per partita. La conoscenza del gioco lo porta ad essere anche un importante supporto per i compagni (2.4 assist di media), risultando al contempo pericoloso in post basso (3.3 falli subiti a match). Non solo muscoli in sostanza, ma anche buonissima tecnica individuale. Male però dalla lunetta, con il 57%. La guardia Simone Pepe (1993) a Pescara (serie B) viaggiava ad oltre 20 p.ti di media ed il canestro lo “vede” anche al piano di sopra, dimostrandosi gran realizzatore, capace di trovare punti anche nelle situazioni più complicate e, spesso, fuori equilibrio. Il tiro dalla distanza è la specialità della casa! I suoi numeri attuali: 11.4 p.ti (in poco più di 17’ di utilizzo medio), con il 59% da due ed un discreto 35% dalla distanza (su quasi cinque tentativi di media). Le rotazioni coinvolgono anche il pivot del 1997 Tommaso Guariglia, ex Viola Reggio Calabria, che, nei quasi 16’ di parquet, mette a disposizione della squadra tutto il suo talento e la sua proverbiale energia, garantendo 6.5 p.ti (58% da due, 32% da tre) e 2.4 rimbalzi a match. Soltanto tre gare finora per l’altro lungo Paolo Rotondo (1989), ex Forlì che ritorna alla Fortitudo dopo qualche anno. Le sue medie, nelle poche gare disputate: 7.7 p.ti, 6 rimbalzi di media ed un ottimo 74% da due. Migliorabili invece le percentuali dalla lunetta (43%). Spazio anche per Isacco Lovisotto (1998), “tre/quattro” di grande prospettiva che è un prodotto della Benetton Treviso, lo scorso anno a Trento. È un giocatore estroso, pericoloso sia in area che da fuori (buon tiro). Va a referto con 4.1 p.ti nei quasi 12’ di utilizzo medio, colpendo con efficacia da due (63%) ed ogni tanto anche da oltre l’arco dei 6.75 (33%). Completa infine l’organico il playmaker del 1998 Giuseppe Cuffaro che finora ha trovato poco spazio nelle rotazioni.

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