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    I numeri di Verona prossima avversaria della Pallacanestro Trapani

    La Tezenis in estate ha confermato gran parte del roster che ambisce legittimamente al grande salto. In panchina uno che quel salto lo ha già fatto con Brescia, confermatosi poi anche negli anni successivi in A, quel coach Andrea Diana che cercherà di trovare prima possibile quegli equilibri propri del suo sistema che nelle primissime giornate non sempre ha girato alla perfezione. Gioco controllato, ferocia difensiva e minuziosa organizzazione tattica saranno le basi da cui poi volare, appunto, verso obiettivi consoni al valore dell’organico a disposizione, che si traducono in “piano di sopra”. Ecco i singoli. La guardia U.S.A. è Phil Greene IV (1992) che, dopo la carriera universitaria alla prestigiosa St. John’s, è ritornato a Verona dopo la stagione 2017-2018 (18 p.ti, 3.5 assist, 43,5% da tre). Vanta anche un’annata sportiva con Tortona ed esperienze di coppe europee nel vecchio continente, nonché di playoff in A con la maglia di Brindisi. È un “2” molto atletico che, oltre a “vedere” il canestro da ogni posizione, assicura una notevole energia in campo e risulta devastante in transizione. Le sue cifre fino a questo momento: 14.1 p.ti, 2.4 falli subiti, 3 rimbalzi, 2.9 assist, conditi da percentuali di tutto rispetto (59% da due). Usa prevalentemente il tiro dai 6.75 (più di 7 tentativi a match), con risultati alterni al momento (28% da tre). Non si fa certo pregare, e gli oltre 12 tentativi ad allacciata di scarpe ne danno ampia testimonianza. Fatica dalla lunetta, con un insolito 57%. Sul perimetro c’è anche, ed ha le redini della squadra in mano, il talentuoso playmaker del 1997 Lorenzo Caroti che nelle scorse stagioni, in particolar modo a Treviglio, ha dimostrato capacità tecniche e personalità da veterano. Doppia cifra garantita e tanti rifornimenti per i compagni. Per lui, 9.4 p.ti, 2.1 falli subiti, 2 rimbalzi e 2 assist di media. Migliorabile la percentuale dalla distanza (31% da tre, arma che utilizza tanto con 5 tentativi a match) mentre va a gonfie vele dalla media, con un pregevole 75% da due, pur su poche conclusioni. Sempre sopra il 90% ai liberi, nelle prime uscite è stato un po’ meno intraprendente degli scorsi anni in uno contro uno ed ha attaccato meno il ferro. In cabina di regia il fosforo anche di Giovanni Tomassini (1988), playmaker d’ordine con buona visione di gioco che conosce alla perfezione la categoria. Sulla rampa di lancio negli anni di Casale, dei gravi infortuni in serie ne hanno un po’ frenato l’ascesa. Ormai fortunatamente s’è ripreso ed è uno dei giocatori più in forma di Verona e garantisce anche discreti bottini, oltre ad una gestione impeccabile: 12.7 p.ti, 3.4 falli subiti e 2.9 assist di media. Le percentuali al momento sono eccellenti, sia da due (55%) sia da tre (un pregevole 50% su quasi 4 tentativi per gara), fondamentale quest’ultimo che non sarebbe la specialità della casa! Il 94% dalla linea della carità è una sorta di banca nei finali di match. L’ala-pivot è lo statunitense, confermato, Bobby Jones (1984), anch’egli veterano dei parquet del bel paese. Decima maglia per lui, in ben 12 stagioni in Italia tra A e A2 (Teramo, Montegranaro, Forlì, Pistoia, Virtus Roma, Caserta, Piacenza, Mantova e Rieti). Atletismo e dinamismo come biglietto da visita, inoltre la sua atipicità è spesso un rebus irrisolvibile per i più lenti lunghi avversari, che ama portare “fuori”. Le percentuali però non sempre gli sorridono. A referto con 12.9 p.ti (45% da due), 5.9 falli subiti, 7.3 rimbalzi (sua grande specialità) e qualche assist a partita che la dicono lunga sulla sua visione di gioco dal post alto. 26% da tre in stagione (su oltre 3 tentativi di media), arma preziosa per “aprire” il campo. Il pivot del 1994 Francesco Candussi è spesso decisivo, con doppia cifra che si porta da casa, buone percentuali da sotto, rimbalzi e capacità di giocare anche fronte, per via di mano educate anche dalla lunga. Tira infatti anche dalla distanza, per “aprire” il campo (al momento male, con appena il 20%), ed in area colorata usa più la sua pregevole tecnica che le spallate. Viaggia con 10.9 p.ti (61% da due), 2.4 falli subiti, 4.9 rimbalzi (dove non sempre è “cattivo”). Balbetta in lunetta, con il 50% stagionale. Una sicurezza, sia “quattro” che “tre”, l’ex Nazionale Guido Rosselli (1983) che ormai di esperienza ne può elargire a quantità, e soprattutto di promozioni alle spalle ne ha da vendere, un vero specialista del settore. Se gioca da esterno, sfrutta i centimetri portando sotto canestro gli avversari, se gioca da lungo atipico, porta i più lenti avversari fuori per colpirli col tiro o in penetrazione, stante la maggiore dinamicità. Garantisce al proprio staff tecnico una versatilità e duttilità che si rivelano davvero preziose nello scacchiere tattico. Difficile sbagli la scelta (di solito viaggia con percentuali da due vicine al 70%) e sfiora la doppia cifra di media. La conoscenza del gioco lo porta ad essere anche un importante supporto per i compagni (notevole assistman), risultando al contempo pericoloso in post basso, con capacità di subire diversi falli. Ci prova anche dai 6.75, con alterne fortune. Per lui, 8.6 p.ti, un incredibile 70% da due, 2.4 falli subiti, 5 rimbalzi e ben 4.8 assist ad uscita. Male invece il 25% da tre e le quasi 3 perse di media. La confermata guardia Giovanni Severini (1993) usa quasi esclusivamente il suo mortifero tiro da tre (eccellente il 42% in stagione, oltretutto su quasi 5 tentativi per gara). 6.9 p.ti di media per lui. Di contro, di rado si butta dentro e così la casella dei falli subiti è spesso vacante. Perimetrale! In corsa è arrivato il 4/5 del 1995, georgiano ma di formazione cestistica italiana, Giga Janelidze che di esperienza nella categoria ne ha piene le tasche. Ottimo apporto sin da subito per lui, con 6.7 p.ti (64% da due, eccellente), 3.1 rimbalzi ed un interessante, tatticamente, 38% dai 6.75 che gli dona una preziosa doppia dimensione. I giovani Giorgio Calvi (4/5 del 2000), Andrea Colussa (ala del 2000) e Davide Guglielmi (guardia del 2001) sono finora rimasti di fatto fuori dalle rotazioni.

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