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    La Sicilia e il basket femminile: regione diversa da chi?

    Il movimento cestistico femminile siciliano vive un momento storico inedito. Alterna realtà d’eccezione a progetti dal futuro incerto e si confronta con una tendenza che vede sempre più diminuire il numero delle società presenti sul territorio.

    Da cinque anni è scomparsa la realtà della Gea Magazzini Alcamo, da tre quella storica della Trogylos Priolo, in questo caso il testimone sembra essere stato raccolto dalla Passalacqua Spedizioni Ragusa, ma ogni società fa storia a se. In serie A2 gode di buona salute la Maddalena Vision Palermo, presente nel secondo campionato italiano da quest’anno ma squadra già temuta da ogni avversaria. Segue un “vuoto”. B e C femminile sono state unite per la mancanza di squadre e quel che viene offerto da questa serie inedita è un pallido ricordo del semiprofessionismo delle passate stagioni. Sono pochissime le realtà siciliane in condizione d’investire e lavorare sulle giovani per una prospettiva di rilancio. In questo frangente si materializza come un solco, non solo tecnico, che divide e distingue le società di massima e quelle che quest’anno partecipano alla prima competizione regionale siciliana.

    L’impressione che restituisce questo quadro è quella di un movimento “schizofrenico”, sostenuto da sodalizi in grado di fare miracoli e scrivere la storia in poche stagioni e piccole società che stentano ad essere competitive anche nelle categorie regionali. La Sicilia conta oggi appena 11 squadre che partecipano ad un campionato Fip (per inteso campionati di A1, A2 e B/C), circa lo stesso numero della Calabria e la Puglia, ma non della Campania, dove le formazioni sono 20 e distribuite tra serie A1, A2, B e C femminile. Nel Mezzogiorno la Sicilia rappresenterebbe il secondo movimento territoriale, ma con profonde differenze da chi rappresenta invece il primo riferimento.

    Le difficoltà della Sicilia sono tante – ammette il coach che in questi anni ha permesso di

    Nino Molino allenatore della Passalacqua Spedizione Ragusa e della Nazionale italiana Under 20
    Nino Molino allenatore della Passalacqua Spedizione Ragusa e della Nazionale italiana Under 20

    rilanciare a livello nazionale il basket femminile siciliano, cioè Nino Molinomanca innanzi tutto un sostegno economico importante alle società di vertice (in quanto isola la Sardegna gode ad esempio di agevolazione sugli spostamenti),  e come se non bastasse c’è un problema logistico, che si ripercuote sulla condizione fisica delle nostre giocatrici, costrette a trasferte lunghe per ritornare in sede”. Eccetto per queste caratteristiche, secondo Molino “il basket siciliano è in media con quelle che sono le sofferenze del basket femminile italiano”, perché recentemente “anche in Sicilia sono scomparse società gloriose come Priolo, esattamente come accaduto con Como o Taranto”.

    Secondo l’allenatore messinese, la stessa caratteristica si manifesta nel settore giovanile femminile. “Si poteva fare qualcosa di più per questa parte del movimento – ammette l’allenatore della Passalacqua Spedizioni e della Nazionale italiana Under 20ma rimane un problema che riguarda tutta l’Italia e non solo la Sicilia. Da diversi anni a questa parte il cambio delle regole ha privilegiato il progresso della singola giocatrice piuttosto che la vittoria di competizioni nazionali utili alle società e lo staff tecnico solo a livello d’immagine. Questo diventa un problema nel momento in cui si deve centrare un obiettivo di crescita comune reale, di tutto il gruppo e dell’intera società”.

    La crisi del movimento cestistico femminile non è effettivamente solo italiano o siciliano, ma europeo. In Spagna – ad esempio – negli ultimi anni si è assistito alla migrazione delle top player, un po come accade da anni in Italia. Ci spiegano che l’attuale A1 iberica è fatta per lo più da giocatrici che fino a cinque anni fa avrebbero “semplicemente” militato in A2, mentre le atlete più importanti sono divise tra il campionato turco e la Wnba. Manca nel nostro panorama nazionale un prospetto Wnba, nonostante molte giovani siano attualmente impegnate in esperienze negli Stati Uniti.

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