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    Mauro Saja, il team manager siciliano che ha vinto la Coppa Italia con la Vanoli Cremona

    Pochi o forse nessun dirigente siciliano è riuscito, in tempi recenti, ad alzare una Coppa Italia di Serie A1 al cielo in un campionato maschile. Forse e qui la certezza si fa più forte, nessun dirigente siciliano è riuscito ad alzare una Coppa Italia al cielo prima di aver compiuto trent’anni nel massimo campionato italiano maschile.

    Da domenica 17 febbraio la Sicilia ha il suo “dirigente da primato” grazie alla strepitosa vittoria in finale che la Vanoli Cremona guidata dell’ex orlandino Meo Sacchetti ha ottenuto contro l’Happy Casa Brindisi: è Mauro Saja team manager ex Basket Barcellona e Orlandina Basket.

    Il giorno in cui Cremona ha vinto l’edizione 2019 della Final Eight organizzata a Firenze, Saja compiva 30 anni e tagliava un traguardo storico per se stesso e per la propria regione.

    Vincere la Coppa Italia è un’emozione incredibile – ha raccontato il tm siciliano della Vanoli -. Non era la prima volta che partecipavo alle Final Eight, era successo nella stagione 2016-2017 con l’Orlandina Basket a Rimini, anno in cui siamo usciti ai quarti contro Reggio. Per questo con Cremona speravo di superare almeno questo traguardo. A Firenze, una volta eliminata Milano e dopo aver noi battuto la Virtus Bologna ci siamo detti “possiamo provarci!”. E’ stata bellissima l’atmosfera che si è respirata durante le tre giornate a Firenze. Tutti eravamo ospitati nello stesso hotel, i giocatori s’incontravano salutandosi da amici, alcuni allenatori hanno incontrato loro vecchi giocatori, come Sacchetti che ha ritrovato Pozzecco per un grande abbraccio. L’organizzazione è stata di altissimo livello tanto da aver attirato le attenzioni del New York Times”.

    Sulla Finale contro Brindisi Saja ha detto.

    E’ stata una partita mai messa in discussione, giocata in maniera eccezionale da un certo Travis Diener, uno di quei giocatori che sembrano eterni. Abbiamo capito che potevamo farcela dopo il canestro di Aldrigde a 2:30″ dal termine che ha segnato il nostro +12. Dagli highlights sulla Finale prodotti dalla Lega, nel frame in cui inquadrano il canestro visto dalla panchina, si capisce tutta l’emozione che abbiamo potuto provare. Personalmente è stato un momento indimenticabile, anche doppio, perché il giorno prima della Finale sono arrivati a sorpresa mia moglie e alcuni amici più stretti in occasione del mio compleanno. Festeggiarlo con loro vincendo la Coppa Italia credo sia stato veramente un’apoteosi”.

    Il 17 febbraio di un anno fa Mauro Saja terminava il suo rapporto con l’Orlandina Basket.

    Difficile non farci caso. Per alcune vicissitudini personali il 17 febbraio del 2018 ho interrotto il mio rapporto con Capo d’Orlando e un anno dopo, lo stesso giorno, riesco a sollevare la Coppa Italia. Mi sono ritrovato ad essere anche io protagonista di un momento indelebile, attimi in cui anche chi lavora dietro le quinte trova la sua visibilità. E’ probabilmente un segnale della bontà della mia scelta. Anche per questo non smetterò mai di ringraziare chi mi ha voluto fortemente alla Vanoli, dal presidente Vanoli al vice presidente Borsatti. Ringrazio il nostro gm Michele Talamazzi e Gianmaria Vacirca, persona di grande cultura passato dalla Sicilia, e che lavora per far si che ci siano giovani dirigenti che crescano e possano fare strada. Insieme abbiamo scritto una pagina di storia del basket italiano per la Vanoli”.

    Mauro, un saluto alla Sicilia!

    La Coppa Italia che ho vinto con Cremona viene anche da lì. Viene dagli otto anni che ho vissuto lì tra Barcellona Pozzo di Gotto e Capo d’Orlando, anni che mi hanno fatto crescere e che hanno permesso, in fin dei conti, di arrivare fino ad oggi”.

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