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    Sicilia a “stelle e strisce”. In C Silver sempre più americani

    Settimana dopo settimana il campionato siciliano di C Silver si arricchisce di giocatori provenienti dagli Stati Uniti. Non è una novità se si considera che, a dispetto della denominazione del campionato, già la C Regionale in passato ha contato la presenza di qualche giocatore americano. E’ invece fuori di dubbio che il numero degli atleti Usa stia ora aumentando e che questa realtà sia destinata a diventare una variabile importante nella caratterizzazione del nostro campionato 2016/2017. La C Silver è destinata ancora a dividersi in un doppio campionato, fatto da squadre quasi pronte per una competizione di livello superiore e altre strettamente fedeli (o costrette ad esserlo) al livello regionale, o no? Che ruolo avranno questi atleti all’interno delle formazioni che li hanno scelti? Lo abbiamo chiesto a chi ha voluto uno o più giocatori a “stelle e strisce” nel proprio roster.

    Andrea Bianca è coach di una delle due matricole temibili della C Silver, la Polisportiva Alfa. Il prossimo anno conterà sull’ingaggio di due tesserati Usa. “L’utilizzo di ragazzi “non italiani” – spiega l’allenatore siracusano – nasce dalla innegabile sussistenza di un miglior rapporto tra qualità e costi rispetto agli italiani. Sono più preparati, inclini al lavoro e costano molto meno dei pari età del bel paese, questo è un fatto indiscutibile ed è il vero fulcro della questione. La scelta poi di inserirli in squadra è figlia della volontà (ed a volte anche della necessità) di competere ad armi pari con le squadre che scelgono di utilizzare tale possibilità per i propri scopi, indipendentemente dal fatto che tali scopi possano essere squisitamente agonistici ovvero possano avere risvolti commerciali o promozionali. Del resto l’anno scorso abbiamo avuto squadre che dichiaratamente hanno scelto ragazzi americani pur non avendo obiettivi agonistici. L’augurio è che le società puntino decisamente su istruttori preparati e diano loro i mezzi per lavorare al meglio con i nostri ragazzi al fine di ridurre il gap qualitativo di cui sopra“.

    In Sicilia una società di C Silver ha addirittura cambiato approccio alla questione, modificando la scelta di escludere i giocatori Usa dal proprio roster. E’ il Green Basket Palermo del presidente Fabrizio Mantia. “In generale non eravamo eccessivamente d’accordo, ma non perché avessimo qualcosa con questo tipo di giocatori, ma perché in un campionato dilettantistico in cui si va a risparmio e soprattutto si pensa di portate avanti i giovani, poteva non essere giusto tesserare degli americani – spiega il patron biancoverde -. E’ altrettanto vero poi che le società si devono adeguare. Noi avremo due americani che abbiamo preso cogliendo un’offerta interessantissima. Sono giocatori evoluti, un richiamo per i ragazzi e per il pubblico. E’ questa la schizofrenia di questi nostri campionati – ammette Mantia – dichiariamo di voler far giocare i giovani e poi non lo facciamo, sopratutto se l’alternativa è farli competere contro avversari decisamente più forti. Il prossimo dovrebbe essere un campionato di discreta qualità, grazie ad una formula che sembrerebbe migliore della precedente“.

    Rimane critico, nonostante la sua squadra stia puntando su un altro duo di americani, coach Giuseppe Condello della Costa d’Orlando. “L’idea non mi fa impazzire – spiega l’allenatore – ma paradossalmente costano meno degli italiani e riesci a prendere buoni con pochi soldi. La regole è questa e bisogna adattarsi. Noi abbiamo cercato di prender un giocatore americano che ha già esperienze in Italia e un altro che ha avuto esperienza in Europa, giocando in A2“. Per Condello questi atleti non possono fare da “chioccia” ai ragazzi più giovani, ma sicuramente attirare l’attenzione sulla squadra. “Questo ruolo va a giocatori più esperti e del nostro campionato, per esempio Antinori che ha giocato in A e questo può farlo; è chiaro che un giocatore americano più dare invece spettacolo e far venire più persone al palazzetto. Ripeto – sottolinea Condello – è una possibilità data dal regolamento, io farei tutt’altro, non è un bene per il basket italiano. Non si lavora più sui nostri giovani perché non c’è più un rientro economico che in passato era previsto“.

    Nel messinese anche il neo promosso Gruppo Zenith Messina ha fatto la sua scelta. Bruno Donia è team manager del team peloritano e ha già dichiarato chiaramente quale sarà il ruolo degli atleti statunitensi tesserati. “Per innalzare il tasso tecnico del nostro roster abbiamo scelto Anthony Hodgins e Demerik Weglinsky, i due giovani americani ci hanno convinto. Puntiamo sulla loro voglia di dimostrare per la prima volta fuori dagli USA il loro valore. Questa nostra scelta speriamo che sia ripagata, puntiamo a divertire la gente che verrà a vederci giocare”.

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