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    Trapani, i numeri dell’Eurobasket Roma dell’ex Agrigento Alessandro Piazza

    Il basket di coach Fabio Corbani è storicamente fatto da tanti punti nelle mani, uso massiccio del tiro da tre, anche in transizione e, più in generale, da un gioco effervescente, sfruttando giocatori atipici, soprattutto tra i lunghi, che “aprono” il campo e mettono in crisi gli avversari che devono “accoppiarsi”. In base al talento a disposizione, al roster lungo, con diversi atleti che, di volta in volta, possono ergersi a protagonisti, forse ci si aspettava di più ma al momento la solidità difensiva ha attraversato fasi alterne, pagando ciò soprattutto “on the road”. Ben 110 presi nell’ultima uscita di Latina, in virtù di un periodo finale allegro. Ecco l’organico della Leonis. La mente della squadra è sempre l’ex Agrigento Alessandro Piazza (1987), regista tascabile che fa della difesa e dei ritmi alti le sue peculiarità. Dirige magistralmente l’orchestra, rifornendo di assist i compagni ed incuneandosi in uno contro uno in area avversaria. Curiosa la sua attitudine a rimbalzo (quasi 3 di media) mentre migliorabili sono le percentuali al tiro (39% da due, 34% da tre). Mani leste (mago dei recuperi) e pressione sulla palla sono il suo biglietto da visita. Per il resto 6.5 p.ti, 3.2 falli subiti e 2.9 assist a match. La guardia è il realizzatore Nick Zeisloft (1982), U.S.A. che in NCAA ha giocato con Illinois State e Indiana, chiudendo un anno oltre il 50% dalla distanza. È un tiratore, che può dare una mano anche in cabina di regia. Va tenuto d’occhio nei finali punto a punto! Ha chiuso il girone d’andata con 14.7 p.ti ad incontro. Più di 8 tentativi da fuori ad uscita, con un eccellente 40%, oltre lo stratosferico 90% ai liberi. Mani raffinate! Di contro non ama certo buttarsi dentro. Sempre più protagonista l’ala Alessandro Amici (1991), giocatore di sistema, sempre pronto però a prendersi le proprie responsabilità quando occorre. Esterno completo ed atletico che, pur non essendo costante al tiro da fuori, non fa mai mancare il suo apporto di sostanza. La doppia cifra di media ne da ampia conferma. I suoi numeri: 14.9 p.ti, 4.7 falli subiti, 4.9 rimbalzi e ben 4.5 assist a match. Le cifre dimostrano come sia un giocatore dalle mille risorse, migliorato anche nella pericolosità in uno contro uno. Il 42% da due ed il 35% dalla distanza sono migliorabili ma risentono dei tanti tentativi che ultimamente si concede, 13 dal campo di volta in volta. L’ala grande è Damian Hollis (1988) che riveste alla perfezione il ruolo di lungo atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Fabio Corbani l’ha avuto già a Biella ed è uno che sposta, come dimostrano la promozione in serie A (MVP delle finali) a Brescia, lo scudetto e Coppa Nazionale col Benfica e la salvezza “in corsa” a Bergamo. La sua atipicità porta i più lenti avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Ovviamente non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche, ed il talento, da esterno puro. Unici nei, qualche amnesia di troppo in fase difensiva e “rischio” palla persa dietro l’angolo, poiché ogni tanto “esce” dalla partita. Viaggia con 16.6 p.ti (53% da due), 3.2 falli subiti, 5.9 rimbalzi. Sublime il 47% dai 6.75, arma difficile da arginare per i pariruolo di turno. Il centro della squadra è Abdel Fall, esplosivo lungo del 1991 che sta letteralmente facendo passi da gigante. Il definitivo salto di qualità è sempre dietro l’angolo e dalle sue parti non si passa facilmente, poiché le sue indubbie doti atletiche lo rendono un intimidatore d’area di assoluto valore. Viaggia spedito nella casella dei rimbalzi e le stoppate sono il suo marchio di fabbrica. Le mani invece non sono certo tra le più educate e, non a caso, dalla media e dalla lunetta non ha mai brillato. A referto scrive 9.3 p.ti (52%) e 7.9 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Il 13% da tre ed il 54% ai liberi sono da film horror. Poi c’è la guardia/ala Federico Loschi (1990) che, stagione dopo stagione, ha fatto registrare numeri e prestazioni in costante miglioramento. È letteralmente esploso qualche anno fa a Brescia dove prese confidenza con cifre da americano, poi confermate con le casacche di Scafati, Recanati e Trieste. La specialità della casa è il tiro da oltre l’arco dei 6.75. Tira infatti quasi esclusivamente da fuori, ma le
    percentuali gli danno spesso ragione. Le sue cifre stagionali: 8.2 p.ti, 3.4 falli subiti, ed un insolito 26% da tre (su 5 conclusioni per gara). Si sta lentamente riprendendo Daniele Bonessio (1988) che due stagioni fa si è rotto il tendine d’achille e, da allora, è iniziato il suo calvario. Sul parquet può giocare sia da “tre” che da “quattro”, costituendo un prezioso collante tattico per lo staff tecnico, in virtù della sua abilità ad “aprirsi” oltre l’arco, punendo i più lenti pariruolo avversari ed, al contempo, liberando il pitturato per le incursioni dei compagni. Da fuori non da grandi sicurezze e dalla linea della carità spesso fatica non poco. Un buon contributo arriva poi dalla guardia-ala Eugenio Fanti (1991), talentuoso esterno che, rotto ormai definitivamente il ghiaccio con l’A2, cui approdava per la prima volta due campionati fa, contribuisce con prestazioni di sostanza. Conclude pochissimo dal campo, e non sempre con efficacia, soprattutto da oltre l’arco dei 6.75, risultando più un giocatore di squadra che uno che si mette in proprio. Per lui 2.1 p.ti (73% da due su pochissimi tentativi) e 1.7 rimbalzi a match. Il 9% da tre traduce il motivo per cui ci prova di rado. Sul perimetro una grossa mano, e minuti importanti, arrivano dal talentuoso playmaker Toure Mohamed (1992) che la passata stagione si è ritagliato una casella in serie A con Torino, dopo il positivo biennio con Orzinuovi. Tecnicamente e tatticamente complementare al collega di reparto Piazza. Quasi 2 p.ti di media ed il 50% da tre (arma che usa comunque poco) nel suo taccuino, per un giocatore le cui migliori qualità sono, al momento, l’atletismo e la difesa sulla palla. Nel pitturato poi c’è l’esperto Luca Infante (1982), anch’egli ex Biella, che non fa mai mancare grinta e determinazione nei pressi del canestro. Negli anni ha allungato il suo raggio d’azione e, non di rado, ci prova anche da tre, pur con alterne fortune. Nonostante la verve da lottatore, prezioso poi il suo ruolo di regista “aggiunto” della squadra, in particolar modo dal post alto. Per gli equilibri del gruppo è un elemento insostituibile. I suoi numeri: 3.5 p.ti (69% da due), 2.3 rimbalzi e 15’ di utilizzo medio. Ottimo il 40% da tre, disastroso invece il 43% dalla linea della carità. Infine Alexander Cicchetti, “quattro” del 1998, che è tornato “a casa” dopo
    l’esperienza in serie B con la maglia di Forlì. La sua missione iniziale di allungare le rotazioni…al momento è fallita!

    Dario Gentile – Responsabile Comunicazione Pallacanestro Trapani

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