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    Una donna imprenditrice riporta la Serie B maschile a Ragusa. Chi è Sabrina Sabbatini

    In un ambito ancora prevalentemente maschile come lo sport e la pallacanestro, in Sicilia una donna imprenditrice è stata artefice di un passaggio storico nella lunga storia della Virtus Ragusa.

    Sabrina Sabbatini, imprenditrice ragusana, già innamorata della pallacanestro, ha trovato quest’estate la quadra per riportare in città la Serie B, obiettivo che era già del presidente Alessandro Vicari.
    La storia è ormai nota, ma l’incipit di Sabbatini all’interno del programma Virtus Kleb Ragusa mette in risalto progettuali finora rimaste fuori dalla progettazione sportiva sul territorio: lo sport come “forma d’arte”, la pallacanestro come volano per l’economia locale.
    Cosa l’ha spinta ad intraprendere una progettazione così interessante per la vita sportiva della sua città?
    La mia famiglia tramite le nostre aziende ha sempre sostenuto lo sport così come le altre forme di “arte” perché anche lo sport lo considero tale. In questi ultimi mesi però abbiamo maturato l’idea che si potesse fare qualcosa di più per Ragusa. Il nostro progetto, così come l’abbiamo pensato, è qualcosa di più grande e articolato. Non consiste soltanto nel far giocare il Ragusa in serie B ma piuttosto dare un’opportunità concreta a giovani giocatori di vivere una realtà di respiro nazionale in terra iblea oltre che essere anche un volàno per l’economia locale. Anche perché questo è un momento particolare per Ragusa. Già l’emergenza sanitaria ci ha costretti inevitabilmente a gestire in maniera ‘inedita’ i rapporti sociali costringendoci ad una involuzione che non ha precedenti storici. E questo è avvenuto anche qui in questo lembo di Sicilia. Tutta questa situazione ci ha messo nelle condizioni di chiuderci verso l’esterno e non cogliere quelle opportunità che era importante cogliere per la propria comunità, portando in alcune realtà imprenditoriali anche all’implosione economica. Ragusa è conosciuta anche per le sue eccellenze che finora hanno vissuto in sordina. Una di queste è il basket e allora ho pensato: “Ripartiamo da qui”! E chissà se  insieme al basket riusciamo a portare anche altre cose positive per il bene di questa terra che tanto ha dato e tanto ha donato

     

    Cullava l’idea da tempo o gli eventi si sono dimostrati favorevoli negli ultimi mesi?

    Devo ammettere che proprio in questo periodo ci sono stati elementi favorevoli affinché tutte questo potesse avvenire. Innanzitutto non siamo soli ma abbiamo con i noi gli amici del Kleb Ferrara che hanno dimostrato di avere maturato grande esperienza in ambito cestistico. Insieme a loro la strada che si prospetta è sicuramente più agevole. E poi ci innestiamo in una società, la Virtus Ragusa, che in questi anni ha saputo costruire una base importante e solida che ha permesso di creare le fondamenta per questo sodalizio. E poi avrò accanto il mio General manager Francesco Di Puma che sarà fondamentale anche nella gestione dei rapporti tra le due società. Insomma, dopo aver ragionato e valutato ogni singolo aspetto, ho capito che potevo buttarmi in questa nuova avventura che sarà senza dubbio entusiasmante.
    Il feeling con Ferrara è forte ed è già collaudato. Da un anno abbiamo intrecciato collaborazioni lavorative e sponsoristiche che hanno dato i loro frutti. Ho avuto modo di partecipare attivamente anche all’organizzazione della società ferrarese e ho apprezzato i modi efficaci del presidente D’Auria e del direttore generale Del Moro che, con una gestione diversa e innovativa, riescono a tirar fuori il meglio da ogni situazione rimanendo sempre, e ci tengo a sottolinearlo, con i piedi ben saldi a terra. La buona organizzazione sta alla base di ogni società sportiva. Purtroppo abbiamo assistito e continuiamo ad assistere ad una moria di società sportive e questo penso sia dovuto da una parte a un difetto di programmazione e dall’altra parte a una mancata presenza attiva dell’imprenditore che si fa carico di organizzare la gestione di tutta l’attività. Ritengo sia fondamentale una capacità organizzativa condivisa tra l’imprenditore e i tecnici e avere lungimiranza nelle azioni che si vogliono intraprendere”. 

    Che risposta si aspetta dalla sua città, Ragusa?

    Mi aspetto che quell’entusiasmo che abbiamo visto e sentito nei primi giorni in cui circolava la voce del salto di categoria possa essere continuo e costante già all’inizio del campionato e che possa proseguire a lungo. Perché se è vero che i tifosi si galvanizzano per gesta sportive dei giocatori allo stesso modo la squadra si galvanizza per il sostegno del suo pubblico. Come società stiamo dando un’opportunità a questi ragazzi e ritengo giusto che anche i nostri tifosi diano tutto il supporto per mirare a obiettivi più importanti. Avere accanto la tua città in un percorso sportivo è sicuramente l’auspicio più grande che posso avere. Soltanto se facciamo quadrato intorno alla squadra mantenendo sempre altro il morale e l’entusiasmo allora posso dire che questo progetto può definirsi davvero completo. Spero non manchi mai l’affetto e il calore del popolo ragusano che di fronte alla chiamata, ne sono certa, non farà mancare il suo sostegno“.

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