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    NOTA. “La polemica è l’unica cosa che più è sterile più si riproduce”

    Noi c’eravamo fermati qui. Alle note ufficiali di ordini professionali, sindacati e agenzia di stampa che producono sdegno solo quando raccontano l’errore di altri.

    Abbiamo ricevuto ieri, da parte della Fortitudo Messina, una nota in cui si torna sulla notizia che abbiamo riportato riguardo la telecronaca affidata al figlio di una persona vicina alla loro società.

    Nota che la società ha scritto (da quanto apprendo da un loro dirigente) su consiglio di un legale e di colleghi giornalisti credendo l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia non avesse mai preso in considerazione le scuse della società. Un falso, come si legge nella la nota Odg del 24 novembre.

    Da dove scaturisce l’errore?

    La Fortitudo Messina, nonostante lo stesso dirigente mi abbia comunicato sia assistita da specialisti, ha letto solo la notizia pubblicata data Ansa, che tra l’altro riporta esclusivamente le dichiarazioni di Ussi e Assostampa Sicilia e non dell’Odg. Una gran confusione che sembra provocata dal non aver saputo distinguere: la notizia ripresa da Ansa, la nota Odg e nota congiunta Ussi e Assostampa. La società – casualmente nel bel mezzo del mio dialogo con il dirigente – ha poi diffuso una seconda nota a correzione della precedente.

    E dunque al fin esclusivo di tutelarci ribadiamo anche noi, se non fosse bastato, che la notizia da noi data non è stata diffusa per sconsigliare al giovanissimo di “emulare i mitici Sandro Ciotti, Bruno Pizzul, Dan Peterson o per i più giovani Fabio Caressa o Flavio Tranquillo” e che nessuno mette in discussioni le passioni dei bambini! Ma la tutela di un minore non è un gioco e se ci sono delle regole nascono per la difesa, non per offendere.

    Se abbiamo trasgredito qualche regola chiediamo scusa“, ha dichiarato da principio la Fortitudo Messina, ma a conti fatti da quattro giorni viene alimentata un’infinita scia di polemica.

    Che un bambino di 7 anni non possa essere esposto ad un pubblico potenzialmente imprevedibile come quello che “anima” Facebook e i social media non è mera opinione di redazioni giornalistiche o ordini ma di documenti redatti ad esclusiva tutela dei minori. Carta di Treviso su tutti e se non bastasse buone indicazioni sono contenute anche nel documento “La tutela dei minorenni nel mondo della comunicazione” scritto dal Garante dell’Infanzia.

    Che questi documenti siano almeno da conoscere, è prova la presa in giro che lo stesso minore ha subito durante la telecronaca contro Adrano da parte di un tifoso avversario, tra l’altro anche lui minorenne, ma di cui ovviamente nessuno parla perché è probabilmente prova fattiva della validità di queste norme e di quanto a buon senso servisse maggiore prudenza.

    Ed infatti nella nota di ieri la società ancora scrive, riferendosi alla condizione in cui il bimbo ha svolto il suo operato. “Senza essere esposto ad alcun tipo di commento“. Non è andata così. 

    Ancora nella giornata di domenica ho ricevuto una telefonata da parte proprio del ragazzo autore del commento alla cronaca, che mi ha informata di essere stato contattato dai genitori del bambino. Non diffonderò ovviamente i contenuti della conversazione, ma confermo di aver informato il collega dell’ufficio stampa dell’Adrano Basket dell’accaduto.

    Fare il telecronista è una professione? La risposta è si, esattamente come lo è fare il panettiere, l’operaio, l’ingegnere, l’architetto, l’amministratore delegato, l’allenatore, il dirigente, l’allenatore di una società di pallacanestro. Compiti che richiedono tutti esperienza, qualifiche, tesserini, corsi e il telecronista non è da meno.

    Che quello del comunicatore o il giornalista sia un mestiere screditato e senza tutele è noto a tutti.

    Tuttavia, non manca il buonsenso, ed infatti.

    Come consigliato già sabato 23 novembre al team manager della Fortitudo Messina Giuseppe Merrino (ovvero prima della pubblicazione della notizia da parte della nostra testata): “Affiancate un adulto che parli con il minore in telecronaca al minore e darete vita ad una delle iniziative più belle della pallacanestro siciliana“. Parole inspiegabilmente mai prese in considerazione dalla Fortitudo Messina in nessuna delle sue note o comunicazioni, né tanto meno da chi dopo quattro giorni continuare a gettare benzina sul fuoco.

    Siciliabasket per prima sostiene la passione di chi è si sente vicino al nostro mondo. Crede nel rispetto delle regole e per questo considera impossibile che un ordine professionale (qualsiasi esso sia) possa esporsi ufficialmente per attaccare un bambino di 7 anni. Siamo tutti uomini comuni, in questa spiacevole querelle non ci sono interessi coinvolti.

    O forse no?

    Sulla nota diffusa dai giornalisti Arena, Mulè, Ferro e Mannisi informo ho inviato nella giornata di lunedì agli ordini interessati una nota personale, non a scopo di pubblicazione. Comunico inoltre sono stata io personalmente ad informare dei fatti Concetto Mannisi, messo al corrente già lunedì delle forti reazioni e i toni accesi che hanno da subito caratterizzato la vicenda.

     

    Il direttore di Siciliabasket.it

    Chiara Borzi’

     

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