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    IMPIANTI. Gela, città di talenti e di strutture all’abbandono

    Sfogliando la cartina della Sicilia c’è una città fatta di talento e contraddizioni, di campionati vinti e strutture fatiscenti. È Gela. La Città del Golfo per anni ha rappresentato il fiore all’occhiello della pallacanestro regionale. Memorabile la conquista delle finali nazionali giovanili di Udine dei ragazzini terribili del Basket Gela di Salvatore Bernardo. Di quella squadra facevano Francesco Pellegrino, oggi punto di forza proprio di Udine in serie A2, e Gigi Dispinzeri, in B a Patti, oltre a tutti quei talenti che oggi stanno cercando di riportare il Basket School in serie C: dai fratelli Emanuele e Gaspare Caiola a Salvo Longo, oltre a Claudio Sanfilippo, Fortunato La Rosa, Peppe Lo Iacono, Gabriele Guarnaccia, Alfredo Filetti e una nuova nidiata di talenti Made in Gela. Non solo Basket School: sono tante le società impegnate nel settore giovanile. La Studentesca Gela del professor Romano, il Canguro di Patrick Giarrizzo e Croci La Cognata, l’Azzurra Basket di Francesco Cavallo. Ma in questa città siciliana dalle mille contraddizioni c’è un’emergenza strutture senza precedenti e senza rivali. La prima squadra si allena al PalaCossiga, palazzetto comunale in cui però giocano e si allenano altre cinque società. Una struttura che tra l’altro meriterebbe più attenzione dalle istituzioni: la manutenzione è occasionale, la sicurezza assente e le società sono ancora in attesa del bando per la gestione. Il resto delle squadre trascorre le ore di allenamento all’interno delle palestre scolastiche. Ma non tutte. Il paradosso è anche questo.

    Serve la collaborazione dei dirigenti scolastici – attacca duro Bernardoperché lo sport, soprattutto a livello di settore giovanile, è fondamentale. Non si capisce che è uno sviluppo sociale importante. Quest’anno ci siamo visti bloccare l’autorizzazione da un consiglio d’istituto per l’utilizzo della palestra nelle ore pomeridiane. Ci hanno parlato di problemi di sicurezza, anche se in passato è stata vandalizzata. È un paradosso. Sono a Gela dal 1996. La quantità di strutture indoor è la più importante della Sicilia. Ci sono sette strutture coperte ma vanno rimesse a nuovo e riaprire quelle che sono chiuse, vedi PalaLivatino, PalaPuglisi e appunto le palestre scolastiche. La legge impone alle scuole di assegnarle alle associazioni sportive dilettantistiche ma evidentemente non qui. In questo modo – prosegue Bernardo – viene difficile programmare, costruire e parlare di progetti. Ci sono migliaia di bambini che amano il Basket. Sono decenni che rilascio queste interviste senza che le cose cambino. Il paradosso è che non riguarda solo la pallacanestro. Comunque andremo avanti. Pellegrino e Dispinzeri sono cresciuti senza avere una struttura come il PalaCossiga. Gela potrebbe fare la B con soli atleti locali“.

    Il PalaCossiga

    La Politica ha le sue responsabilità, e non è di certo una frase di circostanza. Negli ultimi quindici anni Gela non ha mai avuto un assessore allo Sport tecnico, uno di quelli che appese le scarpe al chiodo abbia avuto il modo di mettere a disposizione della città la sua esperienza. Negli ultimi due anni si è tanto parlato di Patto per il Sud, il progetto presentato da Renzi per offrire lo sviluppo del territorio siciliano. Tra i progetti da finanziare con i fondi statali anche la realizzazione di diverse strutture sportive. Solo inchiostro su carta e ancora nulla di concreto. E Gela si trova con uno stadio di calcio con una tribuna inagibile e una situazione palazzetti drammatica. Ciò che dice Bernardo è vero: il numero di strutture è impressionante. Il problema è rappresentato dalle condizioni.

    Il PalaCossiga è l’unica struttura funzionante in città, si fa per dire. Tra interno ed esterno ospita quasi dieci società. Le società che lo gestiscono pagano anche il servizio di vigilanza, nonostante i raid vandalici siano all’ordine del giorno e purtroppo anche durante le partite. Serve una manutenzione seria. Il paradosso più grande riguarda il PalaLivatino, ovvero il più grande disastro della politica provinciale e comunale in termini di strutture sportive. E’ chiuso da tre anni per problemi all’impianto elettrico. Ha ospitato anche la serie A di pallavolo e oggi è poco più che una topaia. A questi si aggiunge il PalaPuglisi, un palazzetto mai inaugurato e già completamente distrutto. Tre strutture che potrebbero riportare la pallacanestro locale nuovamente ai fasti di un tempo. Sarebbe più semplice se i talenti che ci sono in campo ci fossero stati negli anni anche all’interno di Palazzo di Città.

     

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