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    Palestre scolastiche, l’allarme di coach Frisenda: “In dubbio l’attività giovanile”

    Ferma presa di posizione da parte del tecnico del Castanea Basket Filippo Frisenda in merito al divieto imposto alle società sportive di accedere alle palestre scolastiche rendendo quindi impossibile lo svolgimento delle attività minibasket. Grido d’allarme e richiesta di soluzioni celeri ad un problema che mette a repentaglio il futuro prossimo e la prosecuzione dell’attività di tantissime società sportive di numerose discipline.

    In casa Castanea Basket Filippo Frisenda interviene a gamba tesa sul problema recente del divieto all’utilizzo dei plessi scolastici alle società. Questa la sua lunga riflessione piena di preoccupazione: “Ci siamo sempre uniformati alle volontà delle istituzioni comunali di andare nella direzione di svolgere l’attività giovanile prioritariamente nelle palestre comunali. Poche società operanti sul nostro territorio infatti svolgono il minibasket all’interno dei palazzetti. La nostra società, in dieci anni di esistenza, si è ben radicata in diversi plessi scolastici presenti sul nostro territorio, politica che però inevitabilmente si va a scontrare con la recente scelta di vietare l’accesso delle palestre scolastiche all’utilizzo delle società sportive dilettantistiche. Siamo consapevoli che la scuola stia vivendo serie criticità per far ripartire in sicurezza il nuovo anno scolastico dopo la pandemia sanitaria ma ugualmente dobbiamo sottolineare che se non si adotteranno in breve tempo soluzioni alternative, questa decisione segnerà la fine per molte società, compresa la nostra. Infatti non permettere lo svolgimento dell’attività giovanile ai propri bambini porterà a conseguenze nefaste perchè il minibasket, infatti, rappresenta il primo naturale passaggio di crescita nel percorso di ogni bambino che si accinge ad intraprendere la pratica della pallacanestro.

    Le scuole, anche quelle in cui storicamente abbiamo sempre operato, in questo preciso momento storico non sono nemmeno disposte ad ascoltarci per cui tutte le prime richieste di accesso agli istituti scolastici sono state negative. Certo di rappresentare l’intera categoria degli istruttori di pallacanestro chiedo, pertanto, a gran voce e nel più breve tempo possibile la convocazione di un tavolo tecnico tra tutti gli attori in campo: scuole, società ed amministrazione per affrontare un problema molto serio per noi compagini impegnate nello sport. L’obiettivo auspicato è quello di trovare una soluzione condivisa che s’inserisca in una logica di continuità col recente passato. La Federazione regionale pallacanestro è attualmente alle prese con le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo per il prossimo quadriennio e non potrà affrontare in prima persona la questione prima di due-tre settimane, tempo che non potrà scorrere invano senza l’adozione di una via d’uscita al problema. Le criticità che la situazione Covid propone quotidianamente vanno affrontate con spirito positivo. Infatti se la Fip ha diramato i protocolli sanitari per l’utilizzo dei palazzetti mi domando perchè gli stessi protocolli magari con qualche limitazione non possono applicarsi alle palestre scolastiche?

    Siamo consapevoli che ovviamente bisognerà sgravare da qualsiasi responsabilità personale il singolo dirigente scolastico e le società sono pronte ad assumersi quest’ulteriore onere ma per arrivare a ciò serve un confronto serio al quale le società e gli enti di promozione sportiva devono essere messe nelle condizioni di poter partecipare. Viceversa inevitabilmente si estinguerà lo sport in generale, infatti questo problema non riguarda solo il basket ma ancora di più la pallavolo, disciplina che utilizza per l’attività giovanile esclusivamente le palestre. Occorre quindi che i presidi abbiano la volontà di dialogare con le società sportive perchè non si deve perdere di vista il problema salute connesso all’esercizio fisico.

    Consegneremmo infatti le generazioni future ad una vita sedentaria in classe senza lo sfogo di poter praticare una qualsiasi disciplina sportiva e questo avrà sicuramente effetti negativi per la salute a tutti i livelli.

    In conclusione non vogliamo speculare sui nostri ragazzi, non possiamo pertanto nascondere che l’attività giovanile permetta introiti fondamentali per società medio-piccole come la nostra ma è altrettanto vero che non svolgiamo attività di lucro e siamo mossi unicamente dalla nostra grande passione che giorno dopo giorno continua ad essere mortificata. Come società siamo anche pronti a dover sostenere costi aggiuntivi per rispettare i protocolli sanitari, chiediamo però semplicemente di essere ascoltati realmente e non commiserati inutilmente!

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