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    Trapani, i numeri di Agrigento, prossimo avversario nel derby

    Le passate stagioni la Moncada si è meritatamente ritagliata un ruolo di vertice nel girone Ovest di A2 ed, in estate, ben ha fatto la società a confermare coach Franco Ciani e lo storico gruppo di italiani. Anche la coppia USA si è ben inserita in un sistema che funziona come un orologio. Agrigento ha infatti un impianto tecnico molto solido, che coniuga gioco controllato e mirati lampi di transizione. La meticolosa applicazione difensiva è poi il marchio di fabbrica che garantisce la necessaria sicurezza quando la fluidità offensiva non è delle migliori. Le tre vittorie consecutive di Piazza e soci rendono ancora più affascinante il prossimo derby contro i granata. Passiamo ora ai singoli componenti del roster. Il playmaker è sempre Alessandro Piazza (1987), regista tascabile che fa della difesa e dei ritmi alti le sue peculiarità. I numeri sono un po’ in calo rispetto al passato ma, nonostante ciò, continua a dirigere magistralmente l’orchestra di coach Ciani, rifornendo di assist i compagni ed incuneandosi in uno contro uno in area avversaria. Nelle gare finora disputate ha messo a referto 6.3 p.ti, 3.2 falli subiti e 1.2 recuperi di media. Interessanti poi i 3.2 rimbalzi catturati ad incontro (misura 175cm!) mentre stratosferico risulta alla voce assist (5). Migliorabile invece al tiro (24% da due, 32% da tre). L’ala è il rookie da Middle Tennessee State University Perrin Buford (1994) che si sta rivelando un raro caso di U.S.A. pronto a sacrificarsi in difesa per la squadra, pur non facendo certo mancare ottimi bottini sull’altro lato del campo. La sua attitudine ad andare forte a rimbalzo è poi un’ulteriore arma in più a disposizione dei biancoazzurri. Atleta davvero completo che, oltre a garantire fisicità, sul parquet sa fare un po’ di tutto. Ecco i suoi numeri fino a questo momento: 17.1 p.ti, 7.4 rimbalzi, 3.8 falli subiti e 1.6 assist a match. Recuperi e stoppate poi non mancano ed interessanti si rivelano anche le percentuali dal campo (51% da due, 37% da tre). Dalla lunetta però è meno efficace (67%). Continuità disarmante! Sul perimetro troviamo anche l’ex Marco Evangelisti (1984) che a Trapani ha lasciato ricordi indelebili. Protagonista anche delle fortune di Agrigento, la sua arma preferita rimane il micidiale tiro dalla distanza. Sta contribuendo alla causa con 12.2 p.ti, 2.3 falli subiti e 1.5 assist ad allacciata di scarpe. Conclude da tre con un eccellente 47%, mentre non è certo consigliabile spendere fallo su di lui nei momenti caldi del match, poiché dalla lunetta è pressoché (anzi, letteralmente) infallibile (100% finora!). Da diverse gare è “out” l’ala forte Albano Chiarastella (1985) che riveste alla perfezione il ruolo di “quattro” atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Così facendo, porta i più lenti avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche da esterno puro. Le sue cifre: 4.9 p.ti, conditi da 4.4 rimbalzi a gara. Discrete le percentuali, sia da due (55%), sia dalla distanza (31%). Da segnalare gli assist che abitualmente distribuisce ai compagni, che testimoniano il suo ruolo di regista occulto del team agrigentino. Ha saltato, come detto, gli ultimi incontri e rimane in dubbio anche nel derby contro Trapani. Sotto canestro troviamo Damen Bell-Holter (1990) che, pur arrivando dal poco competitivo campionato finlandese, non ha patito alcun problema di ambientamento e si è fatto trovare pronto sin da inizio stagione. Mette a referto 15.6 p.ti (55% da due) e ben 8.4 rimbalzi per partita. La mano educata lo porta a tentare ogni tanto anche il tiro da fuori (38% da tre), mentre le sue doti atletiche costringono spesso gli avversari a correggere le parabole di tiro. Non solo muscoli in sostanza, ma anche buonissima tecnica individuale. Titolare aggiunto della Moncada è la guardia Ryan Bucci (1981), figlio del grande George, guardia U.S.A. che negli anni 80 indossò le maglie di Fortitudo Bologna, Pesaro e Siena. Riesce a trovare il canestro anche nelle situazioni più complicate e, spesso, fuori equilibrio e, non a caso, ha deciso diversi finali di match nel corso della sua carriera. Il tiro dalla distanza è la specialità della casa anche se in maglia Fortitudo sta faticando più del previsto, ed i numeri attuali ne risentono non poco: 5.5 p.ti di media, con il 49% da due ed un insolito 26% dalla distanza. Una decisiva mano arriva inoltre dal sempre più convincente lungo Quirino De Laurentiis (1992), che sta sensibilmente migliorando le precedenti medie stagionali, portando in dote ben 8.8 p.ti, 5.4 rimbalzi, 1.4 recuperi ed un ottimo 56% da due. La sensibilità delle sue mani lo porta anche a tentare, ogni tanto, il tiro da tre, con alterne fortune (27%). Trova sempre più spazio anche il siciliano Ruben Zugno (1996), playmaker di grande prospettiva che, dopo l’esperienza di Cantù, sta guadagnando diverse posizioni nelle gerarchie di inizio anno, sprigionando sul parquet tutto il suo talento. Va a referto con 5.3 p.ti e 2.2 assist per gara, ciò nei quasi 17’ di utilizzo medio, colpendo con efficacia da due (50%) e balbettando invece da oltre l’arco dei 6.75 (21%). Da Roseto è poi arrivata l’esperta ala-pivot Innocenzo Ferraro (1982), che dà profondità alle rotazioni garantendo solidità e faccia tosta. Rimane sul parquet quasi 12’ a match, facendosi trovare sempre pronto (1.9 p.ti e 1.9 rimbalzi di media). Completano infine l’organico il playmaker del 1998 Giuseppe Cuffaro ed i gemelli del 1998 Andrea e Mario Tartaglia, entrambi ala piccola, che finora non hanno trovato spazio nelle rotazioni.

    Le passate stagioni la Moncada si è meritatamente ritagliata un ruolo di vertice nel girone Ovest di A2 ed, in estate, ben ha fatto la società a confermare coach Franco Ciani e lo storico gruppo di italiani. Anche la coppia USA si è ben inserita in un sistema che funziona come un orologio. Agrigento ha infatti un impianto tecnico molto solido, che coniuga gioco controllato e mirati lampi di transizione. La meticolosa applicazione difensiva è poi il marchio di fabbrica che garantisce la necessaria sicurezza quando la fluidità offensiva non è delle migliori. Le tre vittorie consecutive di Piazza e soci rendono ancora più affascinante il prossimo derby contro i granata. Passiamo ora ai singoli componenti del roster. Il playmaker è sempre Alessandro Piazza (1987), regista tascabile che fa della difesa e dei ritmi alti le sue peculiarità. I numeri sono un po’ in calo rispetto al passato ma, nonostante ciò, continua a dirigere magistralmente l’orchestra di coach Ciani, rifornendo di assist i compagni ed incuneandosi in uno contro uno in area avversaria. Nelle gare finora disputate ha messo a referto 6.3 p.ti, 3.2 falli subiti e 1.2 recuperi di media. Interessanti poi i 3.2 rimbalzi catturati ad incontro (misura 175cm!) mentre stratosferico risulta alla voce assist (5). Migliorabile invece al tiro (24% da due, 32% da tre). L’ala è il rookie da Middle Tennessee State University Perrin Buford (1994) che si sta rivelando un raro caso di U.S.A. pronto a sacrificarsi in difesa per la squadra, pur non facendo certo mancare ottimi bottini sull’altro lato del campo. La sua attitudine ad andare forte a rimbalzo è poi un’ulteriore arma in più a disposizione dei biancoazzurri. Atleta davvero completo che, oltre a garantire fisicità, sul parquet sa fare un po’ di tutto. Ecco i suoi numeri fino a questo momento: 17.1 p.ti, 7.4 rimbalzi, 3.8 falli subiti e 1.6 assist a match. Recuperi e stoppate poi non mancano ed interessanti si rivelano anche le percentuali dal campo (51% da due, 37% da tre). Dalla lunetta però è meno efficace (67%). Continuità disarmante! Sul perimetro troviamo anche l’ex Marco Evangelisti (1984) che a Trapani ha lasciato ricordi indelebili. Protagonista anche delle fortune di Agrigento, la sua arma preferita rimane il micidiale tiro dalla distanza. Sta contribuendo alla causa con 12.2 p.ti, 2.3 falli subiti e 1.5 assist ad allacciata di scarpe. Conclude da tre con un eccellente 47%, mentre non è certo consigliabile spendere fallo su di lui nei momenti caldi del match, poiché dalla lunetta è pressoché (anzi, letteralmente) infallibile (100% finora!). Da diverse gare è “out” l’ala forte Albano Chiarastella (1985) che riveste alla perfezione il ruolo di “quattro” atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Così facendo, porta i più lenti avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche da esterno puro. Le sue cifre: 4.9 p.ti, conditi da 4.4 rimbalzi a gara. Discrete le percentuali, sia da due (55%), sia dalla distanza (31%). Da segnalare gli assist che abitualmente distribuisce ai compagni, che testimoniano il suo ruolo di regista occulto del team agrigentino. Ha saltato, come detto, gli ultimi incontri e rimane in dubbio anche nel derby contro Trapani. Sotto canestro troviamo Damen Bell-Holter (1990) che, pur arrivando dal poco competitivo campionato finlandese, non ha patito alcun problema di ambientamento e si è fatto trovare pronto sin da inizio stagione. Mette a referto 15.6 p.ti (55% da due) e ben 8.4 rimbalzi per partita. La mano educata lo porta a tentare ogni tanto anche il tiro da fuori (38% da tre), mentre le sue doti atletiche costringono spesso gli avversari a correggere le parabole di tiro. Non solo muscoli in sostanza, ma anche buonissima tecnica individuale. Titolare aggiunto della Moncada è la guardia Ryan Bucci (1981), figlio del grande George, guardia U.S.A. che negli anni 80 indossò le maglie di Fortitudo Bologna, Pesaro e Siena. Riesce a trovare il canestro anche nelle situazioni più complicate e, spesso, fuori equilibrio e, non a caso, ha deciso diversi finali di match nel corso della sua carriera. Il tiro dalla distanza è la specialità della casa anche se in maglia Fortitudo sta faticando più del previsto, ed i numeri attuali ne risentono non poco: 5.5 p.ti di media, con il 49% da due ed un insolito 26% dalla distanza. Una decisiva mano arriva inoltre dal sempre più convincente lungo Quirino De Laurentiis (1992), che sta sensibilmente migliorando le precedenti medie stagionali, portando in dote ben 8.8 p.ti, 5.4 rimbalzi, 1.4 recuperi ed un ottimo 56% da due. La sensibilità delle sue mani lo porta anche a tentare, ogni tanto, il tiro da tre, con alterne fortune (27%). Trova sempre più spazio anche il siciliano Ruben Zugno (1996), playmaker di grande prospettiva che, dopo l’esperienza di Cantù, sta guadagnando diverse posizioni nelle gerarchie di inizio anno, sprigionando sul parquet tutto il suo talento. Va a referto con 5.3 p.ti e 2.2 assist per gara, ciò nei quasi 17’ di utilizzo medio, colpendo con efficacia da due (50%) e balbettando invece da oltre l’arco dei 6.75 (21%). Da Roseto è poi arrivata l’esperta ala-pivot Innocenzo Ferraro (1982), che dà profondità alle rotazioni garantendo solidità e faccia tosta. Rimane sul parquet quasi 12’ a match, facendosi trovare sempre pronto (1.9 p.ti e 1.9 rimbalzi di media). Completano infine l’organico il playmaker del 1998 Giuseppe Cuffaro ed i gemelli del 1998 Andrea e Mario Tartaglia, entrambi ala piccola, che finora non hanno trovato spazio nelle rotazioni.

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