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    SERIE B. Green Palermo, parla l’assistente Vallesi: “Chi gioca contro di noi deve battere un sistema e non dei singoli giocatori”

    Dietro le quinte, il lavoro come mantra: poche parole ma che vanno dritte al sodo quelle di Federico Vallesi, coach dell’Under 18 nonché vice-allenatore della prima squadra. Un periodo d’oro che vale doppio per chi, come coach Vallesi, è uno dei pochi palermitani iscritti a referto la domenica. Da qui la scelta di farci raccontare il momento bianco-verde da un nuovo punto di vista: quello di chi si gode l’ascesa del basket cittadino da protagonista. Alla vigilia della delicata sfida di domani contro l’USE Empoli, ecco l’intervista dedicata a coach Vallesi.

    – Coach, cos’è cambiato ad un girone di distanza dalla partita giocata contro Empoli?

    La partita dell’andata (vittoria del Green per 67-74, ndr) è stata sicuramente un crocevia importante. Probabilmente in quell’occasione ci siamo resi conto realmente dei nostri mezzi e abbiamo definito con consapevolezza la nostra identità. Quella vittoria è stato il culmine di un processo iniziato ad agosto e ci ha sbloccati a livello mentale dopo un inizio di campionato difficile. Ora ne raccogliamo i frutti senza porci limiti.

    – Settimo posto, una pallacanestro divertente e ad alti ritmi. Che squadra è Empoli?

    È una squadra che punta molto sul talento e la leadership di Raffaelli e Giarelli, anche se gli uomini che gli ruotano attorno non sono da sottovalutare. Per certi versi ci assomigliano: anche loro lavorano tanto sulla fase difensiva per poi provare a mettersi in ritmo in attacco giocando una pallacanestro veloce.

    – Sette vittorie consecutive, quarto posto a -4 dalla vetta. Qual è lo status del Green in questo campionato?

    Adesso gli addetti ai lavori ci conoscono e ci guardano con rispetto. Sanno che quando c’è da giocare contro di noi non sarà facile. Come detto, abbiamo definito la nostra identità, ma non siamo prevedibili perché chi gioca contro di noi deve battere un sistema e non dei singoli giocatori. Ogni giornata c’è un protagonista diverso, siamo una squadra con delle gerarchie ben definite, ma malleabili a seconda di chi abbiamo davanti.

    – Empoli è la prima di un tris di match fondamentali in ottica playoff. State preparando il prossimo mese in qualche modo particolare?

    Sì, è vero, adesso avremo un trittico di partite molto delicate in chiave playoff dovendo giocare a ruota anche contro Alba e Piombino. Match più insidiosi del solito? No, non credo, perché anche domenica scorsa contro l’ultima della classe è stata una battaglia. Non ci si può permettere di riposare, né di fare calcoli. Ogni partita è una guerra e noi siamo ben preparati.

    – Bel gioco, sì, ma l’impressione è che questa squadra sia innanzitutto solida psicologicamente.

    La tenuta mentale è importantissima, abbiamo lavorato anche su quella. Non sentiamo il peso della classifica perché fin da agosto lavoriamo con una precisa filosofia: non ci importa chi abbiamo davanti, dobbiamo pensare esclusivamente a noi e al nostro gioco. Il trucco è alzare l’asticella giorno dopo giorno. Ogni singolo allenamento deve avere un tassello di difficoltà in più, per provare a a spingere ben oltre il ritmo partita durante la settimana.

    Vittorie su vittorie ed un PalaMangano sempre più caldo. Che momento vive il basket palermitano?

    I risultati stanno arrivando, anche oltre le nostre aspettative. Ed è bellissimo che insieme alla nostra crescita il PalaMangano si riempa e diventi un fortino. Non è soltanto un fatto di numeri, di biglietti staccati al botteghino, ma proprio dell’aria che si respira in quelle due ore la domenica. Il calore dagli spalti adesso si sente e può essere davvero un’arma in più. Ne vado estremamente orgoglioso.

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