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    Processo Savoca – Sangiorgio. Gli arbitri Castorina e Fichera sono stati giudicati coinvolti

    Nel processo che ha contrapposto Cinzia Savoca e Michelangelo Sangiorgio, è stata riconosciuta responsabilità nella consumazione del reato anche agli arbitri Federico Castorina e Fabio Fichera. Questo secondo quanto riportato nella sentenza depositata in Tribunale a Catania lo scorso 7 marzo. 

    Colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio

    Tanto premesso, dal complesso delle prove orali e documentali raccolte nel corso del giudizio, può dirsi provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la penale responsabilità dell’imputato per il reato contestato” . E’ il passaggio con cui si aprono le motivazioni della sentenza che ha condannato Michelangelo Sangiorgio ad un mese di carcere (pena sospesa). L’attuale responsabile Verifica impianti Fip Sicilia è stato riconosciuto colpevole, anche dalla giustizia civile, per aver inviato nel 2015 la mail “Nostre considerazioni sulla preparazione degli arbitri in Sicilia tratta dal sito imgpress.it” a tutti i presidente regionali.

    Perchè Castorina e Fichera sono coinvolti

    L’email è stata recapitata dalla casella di posta cinzia.savoca71@gmail.com dalla sede della Croce Rossa Italiana dove era di turno proprio Michelangelo Sangiorgio. Quella stessa sera, si legge nella sentenza, gli arbitri Federico Castorina e Fabio Fichera, erano in stanza con Michelangelo Sangiorgio. Un elemento – quest’ultimo – che per la giudice Chiara Catalano profila un coinvolgimento nel reato. “Né si esclude – e, al contrario si ritiene altamente verosimile – il coinvolgimento dei due amici Castorina e Fichera nella consumazione del reato, i quali, verosimilmente in un momento di goliardia, considerata la loro appartenenza al gruppo vicino al Sangiorgio e contrapposto al Rescifina,  si sono determinati a porre in essere il reato in oggetto del presente giudizio”.  

    Cosa è stato inoltre dimostrato durante il processo

    L’istruttoria dibattimentale” si legge ancora nel documento “ha permesso di dimostrare inequivocabilmente” come un messaggio privato inviato da Cinzia Savoca il 5 ottobre 2015 a 25 arbitri di pallacanestro di Serie C e D, sia arrivato al giornalista Roberto Gugliotta attraverso Fausto Chirizzi, finendo così pubblicato su Igmpress.it il 7 ottobre 2015. L’8 ottobre alle 1.28 viene inviata la mail all’indirizzo di tutti i presidenti regionali della Fip (ed esclusione di Antonio Rescifina) “dal medesimo contenuto dell’articolo pubblicato dal giornalista Roberto Gugliotta“. Cinzia Savoca, informata da Rescifina (che ha ricevuto l’email dal presidente della Fip Toscana) ha sporto denuncia contro ignoti alla Polizia Postale il 9 ottobre 2015.  

    Le spiegazioni dell’avvocato Mario Brancato

    Da sinistra Giuseppe Caci e Mario Brancato avvocati di Cinzia Savoca

    Sangiorgio si è difeso dichiarando che l’accesso alla sede della Croce Rossa era possibile sostanzialmente a chiunque, ma di personale che si occupava di pallacanestro in quel momento, c’era solo lui” ha spiegato l’avvocato dell’accusa Mario Brancato. “Sangiorgio indica che c’erano altri due soggetti che si interessavano di pallacanestro che erano amici suoi, venuti a trovarlo dopo essere rientrati da una partita di basket. La tesi mia e dell’avvocato Giuseppe Caci – ha dichiarato Brancato – è che se queste due persone sono state sul posto, non avrebbero potuto che essere complici di Sangiorgio. Tesi che è stata poi sposata anche dal giudice”. Gli atti che riguardano Castorina e Fichera non verranno trasmessi in Procura perché il procedimento è prossimo alla prescrizione.  

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